4 MARZO 2025 GIORNATA MONDIALE DELL'OBESITà

L'obesità: una malattia così complessa che merita la giusta cura, terapia e trattamento dietetico.

obesità: UNA MALATTIA COMPLESSA

Il 4 marzo è stata istituita la giornata internazionale dell'obesità, un'importante occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa condizione cronica che affligge milioni di persone in tutto il mondo. L'obesità non è solo un problema legato al peso, ma rappresenta un serio rischio per la salute, aumentando la probabilità di sviluppare malattie come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro (ISS). Si tratta di una malattia multifattoriale, cronica, sintomatica e recidivante, poichè il sintomo è l'aumento di peso e soprattutto l'accumulo di grasso a livello addominale e negli organi (viscerale) che è collegato ad un maggior rischio per la salute. È fondamentale comprendere le cause multifattoriali dell'obesità, che comprendono fattori genetici, ambientali e comportamentali, e adottare misure preventive adeguate. La definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, fino all'anno scorso si è basata sulla definizione di questa malattia in base al BMI, cioè Body Mass Index, o indice di massa corporea. Veniva definita una persona con obesità chiunque avesse un BMI superiore a 30 kg/m^2, con gradi diversi a seconda dell'aumento di questo parametro. Da poco sembra che si stia superando questa idea del BMI: da solo non basta perchè non ci da alcuna informazione sulla provenienza di questo peso in eccesso rispetto alla statura del soggetto. Un soggetto molto muscoloso ad esempio potrebbe essere obeso, anche se non ha grasso viscerale, che è quello correlato con un grado di infiammazione maggiore con rischi per la salute. Se facessimo fede solo al BMI, se sono normopeso ma ho una grande quantità di tessuto adiposo rispetto al magro sono quindi sano? Oppure, se sono molto alto e ho molta massa muscolare perchè sono un atleta, ma il mio BMI indica un'obesità, devo preoccuparmi? C'è molto di più, il BMI da solo NON è indice di salute o malattia.

Esiste anche una condizione che è nota come Obesità Sarcopenica, che viene definita quando, anche con un normopeso oppure sottopeso c'è un eccesso di tessuto adiposo localizzato a livello addominale e viscerale, che sono quelli maggiormente infiammatori (ISS). Questa forma di obesità si ritrova soprattutto negli anziani che perdono la componente magra e di muscolo che invece protegge ed è metabolicamente sana.

non    è  solo una questione di peso!

Oltre al peso, bisognerebbe fare attenzione alla composizione corporea e alla presenza di comorbidità, quali il diabete mellito, le dislipidemie, l'ipertensione e malattie cardiovascolari. Non è solo un problema di peso, c'è molto di più. Sulla rivista del The Lancet Diabetes and Endocrinology, nel gennaio 2025, sono stati pubblicati nuovi parametri e indicazioni per la diagnosi del diabete, risultato del lavoro di più di 50 esperti mondiali. Infatti, vengono introdotte altre misure del grasso corporeo con lo scopo di garantire un trattamento sempre più personalizzato ed evitare le sovradiagnosi anche in casi di normale tessuto adiposo. Infatti, oltre al BMI bisognerebbe valutare:

  • presenza di malattie concomitanti come Diabete Mellito o dislipidemie;

  • Misure per la stima del grasso corporeo come la Dexa (scansione della densitometria ossea), la Bioimpedenziometria oppure la stima dei mm di tessuto adiposo sottocutaneo attraverso la plicometria. Il tessuto adiposo localizzato a livello addominale e viscerale è quello collegato ad un maggior grado di infiammazione, che porta ad un rischio maggiore di sindrome metabolica e complicanze cardiovascolari (ISS).

  • Misura della circonferenza vita per individuare i soggetti a rischio metabolico e i cut off per la salute a cui devono tendere le persone di entrambi i sessi: per la misura della circonferenza vita si fa riferimento a due diversi valori. Per la popolazione generale, l'International Diabetes Federation (IDF) propone un cut off di 80 cm per le donne e i 94 cm per gli uomini. Al di sotto di queste misure, c'è una deposizione di grasso addominale metabolicamente sana. Secondo la definizione NCEP ATP III, il rischio di obesità e cardiometabolico aumenta con una circonferenza superiore agli 88 cm per le donne e ai 102 cm nell'uomo. Questi cut-off sono anche tra i criteri diagnostici della sindrome metabolica.

Inoltre, la Commissione che ha lavorato allo studio ha fissato altri criteri diagnostici per l'obesità clinica negli adulti comprendenti: dispnea (affanno), insufficienza cardiaca, dolore al ginocchio o alle anche, alcune alterazioni delle ossa e altri segni e sintomi causati da disfunzioni a livello di altri organi.

CONOSCERE QUESTA MALATTIA COMPLESSA PER LE GIUSTE CURE

L'obesità è una malattia cronica che spesso è associata ad uno stigma, cioè a quello della scarsa forza di volontà e della pigrizia della persona che ne soffre. Ma c'è molto di più: abbiamo detto che si tratta di una patologia multifattoriale, dove rientrano cause ambientali, come l'accesso facile a cibo di scarsa qualità e ad alta densità calorica, cause alimentari, ereditarie e anche genetiche. L'obesità può presentarsi anche come conseguenza di condotte sregolate con il cibo, in caso di disturbi del comportamento alimentare come il Binge Eating Disorder, dove le abbuffate portano ad un aumento di peso (Dalla Ragione et al, 2016). In questo caso, bisogna capire che il problema è più profondo e bisogna essere cauti con l'approccio dietetico, perchè il primo sintomo da ridurre sono le abbuffate e di conseguenza poi il peso seguirà la stessa tendenza.

Spesso le persone con obesità vegnono accusate di non essere abbastanza in grado di mantenere un peso nella norma e che, al contrario, sono sottoposte all'effetto yo-yo del peso. Iniziano una dieta, inizialmente riescono a perdere peso, ma poi si bloccano e riprendono il peso perso, anche superando quello iniziale. Ciò accade per un problema omeostatico e anche in parte genetico, legato ad una disfunzione di geni che regolano la fame e la sazietà, il metabolismo e la quantità di tessuto adiposo che ognuno di noi è in grado di accumulare. Il problema sta nel fatto che, con la perdita di peso iniziale, ottenuta con una restrizione calorica, si ha una riduzione degli ormoni della sazietà, come la Leptina, che ha come bersaglio la tiroide per l'aumento del metabolismo basale. Man mano che si perde peso, la spesa energetica anche a riposo rallenta, perchè rallenta lo stimolo al metabolismo mediato dalla leptina. Ma perchè accade ciò? Perchè la Leptina è prodotta dal tessuto adiposo in modo direttamente proporzionale con esso. Quindi, a livello teorico, tanto più grasso c'è tanta più Leptina ci dovrebbe essere. Nel caso di persone che hanno da sempre un grande accumulo di adipe, ciò non accade più, per un fenomeno noto come Leptino Resistenza (Biasci et al, 2020). Quando c'è una restrizione calorica e la leptina si riduce di molto rispetto ai suoi livelli basali, si riduce il metabolismo basale e di conseguenza il corpo consuma meno energie a riposo entrando in uno stato di sopravvivenza. Le persone non riescono più ad aderire alla restrizione calorica perchè aumentano i segnali di fame come la Grelina (Biasci et al, 2020), per cui smettono di perdere peso e ricominciano la sovra alimentazione. Questo induce un ritorno ad una condizione iniziale di tessuto adiposo, poichè ognuno di noi ha una % di grasso che è determinata geneticamente e si chiama set point del tessuto adiposo. Questo dipende dai nostri primi anni di vita, dal nostro peso e dalla salute che abbiamo mantenuto durante la crescita (Biasci et al, 2020). Ecco l'importanza della prevenzione già in età infantile, della consapevolezza che la sola restrizione calorica non basta in alcuni casi.

Inoltre, spesso al trattamento dietetico si abbinano strumenti farmacologici così da consentire meglio l'adesione alla restrizione calorica e al mantenimento del peso. Bisogna garantire che le persone con obesità ricevano supporto emotivo e psicologico poichè la dimensione psicologica gioca un ruolo fodamentale nella gestione di questa malattia.

Educazione, prevenzione e trattamento sono i pilastri per costruire una società più sana e consapevole su questo tema. Solo attravrso sforzi congiungi e un reale impegno possiamo sperare di diminuire l'indicenza di questa malattia e migliorare la qualità di vita delle persone coinvolte.

Sofia